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Distorsioni pericolose, giustizia negata e silenzio dei sindacati

Scritto da Gianni Benevole

Il Corriere della Sera, sabato scorso 18 febbraio, riportava il seguente titolo trionfalistico “LICENZIAMENTI, CROLLA IL CONTENZIOSO – Dal 2012 al 2016 le cause di lavoro sono diminuite del 33%. Meno 69 % il contenzioso sui licenziamenti”.

L’autore dell’articolo – noto giuslavorista, padre della riforma sul lavoro, sostenitore del Jobs Act e senatore PD – attribuisce grande merito

per il risultato conseguito alla Legge Fornero n. 92 del 2012 per aver “ innescato il processo virtuoso di allineamento del tasso italiano di contenzioso in materia di lavoro ai livelli degli altri maggiori Paesi europei. La principale causa di deflazione dei procedimenti giudiziali sui licenziamenti viene individuata nella nuova disciplina prevista dalla legge Fornero che ha ridotto la posta in gioco, limitando la discrezionalità del giudice nel disporre la reintegrazione e circoscrivendo il risarcimento ad una somma compresa tra le 12 e le 24 mensilità. Stiamo smantellando ciò che è solo la peculiarità negativa del nostro Paese“.

Tutto questo significa che mentre prima della legge Fornero e del Jobs Act era ancora permesso confrontarsi in un’aula di Tribunale ad armi pari per invocare giustizia e confidare nella Magistratura, ultimo filtro a garanzia della legalità e delle pessime leggi, attualmente le possibilità di quel confronto sono diventate più complicate. La speranza di andare davanti al giudice per riottenere il posto di lavoro viere resa sempre più ardua e tendenzialmente sostituita dalla mercificazione dei diritti.

Mi viene pertanto proprio difficile comprendere le ragioni dell’esultanza per quei dati che a ben vedere non esprimono altro che un impietoso più 33% e più 69 % di negata giustizia.

Un serio esame di coscienza dovrebbe partire dai sindacati che hanno avallato tutto questo e continuano a non informare i diretti destinatari delle riforme.

Il parallelismo con gli altri Paesi, costantemente richiamato, avrà senso solo quando l’Italia dimostrerà le proprie capacità di allinearsi anche agli altri parametri europei, non solo a quello del taglio di diritti e delle tutele.

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Info Autore

Gianni Benevole

Gianni Benevole, abilitato al patrocinio davanti alla Corte di Cassazione. Ho iniziato la mia formazione come avvocato civilista, da oltre quindici anni opero prevalentemente anche nel settore del diritto del lavoro.

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